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L'organo

 

 

 

Malgrado le indagini d’archivio non abbiano dato buoni esiti, possiamo ugualmente delineare un profilo storico sulla base del materiale pervenutoci.

Le vicende dell’organo iniziarono nel 1683 quando a Caspano venne chiamato il famoso organaro Carlo Prati, nel pieno della sua maturità, per realizzare lo strumento del quale ancora oggi possiamo ammirare l’elegante cassa, realizzata probabilmente dall’artista Giovanni Capiago di Como.

La presenza del Prati a Caspano, allora centro di residenza nobiliare, è segno del prestigio e della grande considerazione in cui era tenuto questo importante esponente dell’organaria barocca.

L’organo ha subìto, nel corso del tempo, diversi interventi di normale manutenzione.

Un intervento straordinario venne eseguito nel 1760 per mano di un organaro di origine tedesca, tale Francesco Lochstet.

Non conosciamo l’entità dei lavori, ma sospettiamo che si sia trattato di una manutenzione di discreta entità alla manticeria.

Neppure sappiamo se a quest’ultimo intervento fossero seguiti altri fino al 1862. Questa data segna l’inizio del radicale cambiamento dello strumento, che è stato adeguato al gusto ottocentesco attraverso la ricostruzione operata dall’organaro Giuseppe Colombo di Bergamo.

Fortunatamente questi ha riutilizzato buona parte delle canne e la manticeria dell’organo Prati, forse per motivi finanziari imposti dalla committenza.

Altra possibile spiegazione del riutilizzo potrebbe essere legata a difficoltà logistiche nella fabbricazione delle canne, tali da spingere il Colombo a preferire le canne Prati, di alta qualità, modificandole in maniera opportuna secondo le proprie esigenze.

Il somiere, in origine a tiro, fu sostituito con uno a vento. Altri cambiamenti riguardarono la tastiera, la pedaliera, le catenacciature, i comandi dei registri ecc...

Anche la cassa dello strumento in questa occasione venne modificata a causa della maggiore lunghezza del somiere “nuovo” ed integrata con due pannelli corredati di gelosie.

Al termine dell’intervento del Colombo lo strumento in definitiva presentava un impianto ottocentesco, ma con cassa, canne e manticeria dell’organo Prati - Lochstet.

Nel 1907 Gaetano Prestinari effettuò un restauro generale dello strumento, ma fu nel 1935 che si decise di adeguare lo strumento ai dettami della Riforma Ceciliana, affidando i lavori alla ditta Elia Gandini di Varese, conosciuta in Valtellina per i notevoli “ammodernamenti”(sic!) portati agli strumenti.

Il Gandini apportò notevoli modifiche alla composizione fonica dello strumento rovinando il manufatto mediante l’inserimento di registri di fattura industriale in sostituzione di quelli originali del Colombo. Questo lavoro privò l’organo di una sua precisa identità stilistica.

Nel 1954 un certo Antonio Laffranchini operò probabilmente una semplice pulitura, dopo di che non si conoscono altri interventi.

Il manufatto è giunto a noi in condizioni precarie.

Nel 1994 il consiglio parrocchiale di Caspano decise di far eseguire un restauro filologico dalla ditta Pradella per recuperare lo strumento.

 

Giovanni Pradella