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CAPO VI.

 

Decimo Parroco di Caspano: Bonaventura Paravicini.

 

Fu da Caspano. Nobile e calvinista di nascita, succhiò col latte il veleno dell'eresia, che già. tanto si era diffusa nella sua terra natale. Dotato di splendide qualità di mente, generoso di cuore, si sentì presto capace di grandi cose, ed essendosi avveduto, giovinetto ancora, del suo traviamento, senza indugio si convertì alla Fede Cattolica e tale una smaniosa brama gli si accese nel cuore di farsene difensore, che, appunto per dar compimento a questo suo santo ed ardente desiderio, si fece sacerdote e di luminoso virtù prese a rifulgere, onde ai suoi Caspanesi cattolici, parve una vera Provvidenza, concessa dal ciel pietoso per la salvezza della loro parrocchia. I voti degli elettori, che in principio del 1549 tennero i comizi per la nomina del nuovo parroco, furono nella gran maggioranza in suo favore. Ma egli, vedendo il suo zelo fin dal principio impedito dai predominanti eretici, fra cui i suoi stretti parenti, e tutta la parrocchia in tumulto per causa dei predicatori di novità, vago anche di ritirarsi completamente dal mondo per darsi alla perfezione religiosa, rinunziò nel primo mese di sua elezione, con grande costernazione dei cattolici, al beneficio parrocchiale, rispondendo, a chi colle lagrime agli occhi cercava di dissuaderlo dalla ri­soluzione presa, colle parole di Gesù Cristo : «Nessun Profeta fu mai accetto alla sua terra».

E l'ardente giovane, nella sua fresca età, dell'umile capestro si cinse di S. Francesco. In convento raddoppiò gli sforzi per farsi merito davanti a Dio e davanti ai compagni, e con ardore sempre crescente salì alla mistica vetta della santità eroica.

Si segnalò in modo speciale per il rigore di sua vita austera e per l'aspro trattamento del suo corpo verginale. Ebbe pure dono di alta contemplazione, per cui era spesso rapito nell'invisibile. Né per tutto questo tralasciò di faticare per la salute delle anime. Come valente predicatore con tale forza di argomenti e con tale zelo ed unzione propugnava le massime della Fede Cattolica, unica vera, che molti eretici ricondusse alla Chiesa. Lo riputavano Santo, onde beato chi poteva avere da lui una corona da rosario od un lembo della sua tonaca! Tanto la persuasiva della verità, unita all'attrattiva della virtù, può e vale! Rincresce, che molte memorie di questo illustre Caspanese siano andate perdute nei tumulti succeduti a quei tempi. Morì circa il 1570 in concetto di Santo, siccome era vis­suto. Di lui fa onorevolissima menzione il padre Antonio Lavizzari, dello  stesso ordine  cappuccino; l'abate Quadrio nel 3.° volume delle sue: Dissertazioni, ecc., ne narra la vita.