Il “Compianto sul
Cristo morto”
torna a Caspano
È stato presentato la scorsa settimana a Como il Compianto del Cristo
morto realizzato dalla bottega De Donati. L’opera è tornata al suo antico
splendore a seguito di un restauro durato circa tre anni, finanziato dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’opera è situata nella
Chiesa di San Bartolomeo di Caspano di Civo (Sondrio).
Dopo un lungo intervento eseguito in due lotti dalla ditta Luca Quaranta di
Milano, è tornato nella sua collocazione il gruppo scultoreo, realizzato nel
primo Cinquecento dalla bottega De Donati, gli stessi artisti che hanno eseguito
il gruppo della Pietra dell'Unzione per le stazioni del Sacro Monte di
Varallo Sesia.
Composto dalle rappresentazioni di lignee di Nicodemo, Cristo morto, San
Giovanni, Maddalena, la Madonna, Maria di Cleofa e Maria di Salomè, il
gruppo aveva subito nel 1929 un intervento di scomposizione, per volere
del parroco. Sulle figure sono stati effettuati dei tagli decisi, rimodellamenti
in gesso e ridipinture, che si discostavano completamente dai colori originali.
Il gruppo, inoltre, era stato collocato all’i nterno di finte rocce.
Il primo
intervento ha permesso la ricomposizione dei frammenti originali, dopo lo
smantellamento delle applicazioni in gesso. Successivamente alle sculture è
stata restituita l’originaria cromia, che ha ridonato un delicato
equilibrio dei gesti e delle immagini. Il ritocco pittorico, possibile grazie al
ritrovamento degli antichi campi di colore, è stato effettuato con coloranti in
miscela cerosa stesi a velatura.
L’opera, conservata nella Chiesa di San Bartolomeo di Caspano di Civo, nella
Costiera dei Cèch, lo stesso sito per il quale la bottega De Donati ha
realizzato anche una Resurrezione di Lazzaro e le Storie di
San Bartolomeo. Le opere sono state commissionate da don Giovanni
Maria Paravicino, della nobile casata che ha arricchito di architetture e
arredi il piccolo borgo.
Fino agli anni Ottanta si riteneva che l’opera fosse stata realizzata da artisti
locali, mentre studi recenti la collocano al primo Cinquecento e alla mano di
Alvise (o Luigi) De Donati. L’attribuzione è avvalorata dalle affinità
stilistiche presenti nella fisionomia di alcune figure del Compianto con
quelle della Resurrezione di Lazzaro. Similitudini sono riscontrate anche
nella realizzazione dei panneggi, che alternano tratti più morbidi con
altri più “spiegazzati”, così come nella sporgenza dei bulbi oculari e
nello schematismo della resa dei capelli.
Il Compianto
del Cristo però si presenta come “opera altra”, rispetto al gruppo della
Pietra dell'Unzione di Varallo Sesia, realizzato verso gli anni Ottanta del
Quattrocento. La teatralità del Compianto è meno statica e più partecipe nelle
espressioni affettive. Le statue di Varallo, essendo realizzate in un epoca
precedente, si presentano con atteggiamenti più “cristallizzati” e ben lontani
dall’apprendimento della “ricerca degli affetti”, promossa a Milano da
Leonardo da Vinci e Bramante e visibile nell’opera di Caspano di Civo.
Le differenze stilistiche, visibili soprattutto nell’espressione del dolore
della Maddalena o nel mancamento scomposto di Maria durante la visione del
figlio morto, collocano in prossimità del 1508 la data di realizzazione.
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28.04.2011
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