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IL “COMPIANTO SUL CRISTO MORTO”

 

Splendido gruppo ligneo composto da otto statue

a grandezza naturale

 

 

“De la crudel morte di Cristo ogn'huom pianga amaramente” dice un canto religioso antico.       

Dopo un lungo e complesso restauro, viene esposto al pubblico, nella chiesa di san Giacomo a Como, uno straordinario Compianto su Cristo morto, risalente ai primi anni del '500 e proveniente dalla parrocchiale di Caspano (So).

Il gruppo ligneo, conservato integralmente e composto da otto statue a grandezza naturale, la cui squillante policromia è emersa grazie al recente intervento conservativo, era collocato all'interno di una cappella della chiesa di San Bartolomeo. Prima del suo ritorno alla sede originaria, una minuscola parrocchia sulla costiera valtellinese dei 'Cech', viene offerto alla contemplazione del pubblico comasco - appassionati o devoti - consentendone una visione ravvicinata e integrale, altrimenti impossibile. La concomitanza con le festività pasquali - ­l'esposizione è stata inaugurata il martedì santo - evidenzia il contenuto iconografico e il forte messaggio religioso dell'opera. Il tema del Compianto sul Cristo morto (o Lamentazione) infatti ha avuto una vasta diffusione nell'arte religiosa a partire dal XII secolo, sia nel campo della pittura, che in quello della scultura: si tratta di una particolare messa in scena di un momento che, nel racconto della Passione, si situa tra la Deposizione dalla croce ed il Seppellimento di Cristo. La rappresentazione del «com-pianto», cioè del pianto corale attorno al corpo morto di Cristo, venne particolarmente favorita dalla mistica medievale e dal teatro religioso dell'epoca, che traevano ispirazione dalle lamentazioni funebri, frequenti nell'area mediterranea. «Si tu non piangi quando questo vedi - dice il testo di una recita religiosa dell'epoca - non so se a Giesù Christo vero credi».

La drammaticità della scena e la gestualità dei personaggi inducevano il fedele a partecipare all'episodio rappresentato e ad immedesimarsi, fino alla commozione. Oltre al Cristo morto, le altre figure del Compianto sono quelle che, secondo i racconti evangelici, hanno partecipato alle ultime fasi della Passione: la Madonna, Maria di Cleofa, Salome, la Maddalena (quasi sempre ai piedi di Gesù), san Giovanni Evangelista e gli altri due protagonisti maschili della Deposizione dalla Croce, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo.

I più recenti studi riconducono l'opera all'ambito dello scultore milanese Alvise De' Donati e bottega; sono infatti evidenti le analogie con gli altri due gruppi lignei presenti nella chiesa di Caspano: la Resurrezione di Lazzaro (firmata e datata 1508) e l'ancona dell'altare maggiore con Storie di san Bartolomeo.

Le statue si caratterizzano per i volumi e i tratti squadrati delle figure, i panneggi che alternano linee morbide a spiegazzature cartacee, la sporgenza dei bulbi oculari e i capelli che cadono in grosse ciocche cordonate. Si tratta di caratteristiche distintive dei fratelli di Alvise, Giovan Pietro e Giovan Ambrogio. Il Compianto di Caspano rivela però una teatralità più mossa e partecipe, frutto di ricerche in chiave naturalistica che sembrano rispondere a quella «ricerca degli affetti» promossa a Milano negli anni di Leonardo e Bramante. Negli anni '30 del Novecento un pesante intervento di ricomposizione delle figure ne aveva modificato la dipintura e rimodellato addirittura la forma (alcune statue erano state segate o amputate), alterando la percezione delle relazioni profonde tra le figure. Il complesso lavoro di restauro, eseguito dalla ditta Quartana di Milano e sostenuto dalla Sovrintendenza, ne ha restituito a pieno i valori formali e cromatici, il delicato equilibrio dei gesti e degli sguardi.

Allo studio del Compianto di Caspano è stata dedicata una giornata di approfondimento a Como il 18 maggio 2011, con la presenza di esperti e studiosi di chiara fama.

 

DON ANDREA STRAFFI

Responsabile dell’Arte Sacra della Curia di Como

(Sul SETTIMANALE della Diocesi)