Il «Compianto» degli affetti
Otto
grandi statue danno voce alla più sincera devozione popolare Dipinte e
dorate Il restauro le ha liberate da tagli, ridipinture e rimodellamenti
in stucco datati intorno al 1929.
Sono ancora molti i fedeli
devoti alla tradizione che prevede, nel giorno di Sabato santo, la
visita al sepolcro, ovvero la statua del Cristo morto adagiata sotto un
altare, allestita con fiori e drappi di velluto, nella penombra. Non
tutte le chiese, però, possiedono una statua e dunque allestiscono più
semplicemente un sepolcro simbolico, magari con la croce. Solo alcune,
assai rare, possiedono addirittura un intero gruppo scultoreo, quello
del Compianto sul Cristo morto. Fra queste, c' è la chiesa di San
Giacomo, a Como. È qui, infatti, che è stato trasportato (fino al 17
luglio) il gruppo ligneo composto da Maria curva sul corpo del Figlio,
Giuseppe d' Arimatea, Nicodemo, san Giovanni, la Maddalena, Maria di
Cleofa e Maria di Salomé: otto statue a tutto tondo alte da poco più di
un metro fino a quasi due. Dipinte e dorate, furono realizzate fra il
1500 e il 1510 per la cappella della Pietà della parrocchiale di San
Bartolomeo di Caspano, in provincia di Sondrio, piccolo borgo da dove
sono state prelevate per il restauro che le ha liberate da tagli,
ridipinture e rimodellamenti in stucco effettuati intorno al 1929 con lo
scopo di adattarle a una nicchia con la veduta di Gerusalemme voluta dal
parroco di allora. Anche in base al restauro si pensa che, come per
altri lavori lignei conservati nella deliziosa chiesetta valtellinese,
gli artefici del Compianto possano essere stati i fratelli De Donati,
autori del gruppo della Pietra dell' Unzione di Varallo Sesia. Ma
rispetto a quest' ultimo lavoro ancora quattrocentesco, qui gli artisti
sembrano aver tenuto conto degli insegnamenti di Leonardo sui «moti
dell' animo» e gli «affetti» perché i gesti e le espressioni sono molto
più naturalistici fino a diventare quasi scomposti. Variante del tema
della Pietà, anche il Compianto rappresenta la scena immediatamente
successiva alla deposizione di Cristo dalla Croce. Ma mentre la Pietà è
un' immagine contemplativa, che mostra la sola Vergine col corpo del
Figlio generalmente adagiato sulle ginocchia, il Compianto ha un
carattere narrativo e quindi più drammatico, emotivo perché rappresenta
le diverse gamme di emozioni dei presenti alla deposizione. In realtà il
tema non ha riscontro nei Vangeli e arriva in Occidente a partire dal
XIII secolo dal repertorio iconografico bizantino e dalla letteratura
mistica. Giuseppe d' Arimatea è riconoscibile perché regge generalmente
il lenzuolo per avvolgere il corpo del Cristo; Nicodemo porta il vaso
degli unguenti e la Maddalena (altra figura inesistente nei Vangeli)
abbraccia i piedi del Cristo. È insomma una scena che viene incontro
alla devozione più popolare e sincera, in cui i fedeli potevano vedere
rappresentate le proprie forti emozioni, messe in scena come a teatro.
Il confronto con una delle Pietà più celebri si può fare al Castello
Sforzesco di Milano, dove è conservata la dolorosa meditazione che
Michelangelo fece sul tema della Pietà fino all' ultimo giorno della sua
vita, quando lavorava ancora alla cosiddetta Pietà Rondanini, senza mai
risolversi a finirla, quasi si trovasse senza una spiegazione davanti
alla domanda sul dolore e la morte.
Bonazzoli Francesca
(22 aprile 2011) -
Corriere della Sera
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