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La controfacciata:
Il
Paradiso terrestre
Il Paradiso Terrestre, sempre del
Fumagalli come la volta (1926), per vivacità e vibrazione di colori, ha
una forte carica evocativa del paradiso perduto, dell'innocenza della
bellezza. Il fragile equilibrio della felicità è reso con un'atmosfera
preraffaellita e con rimandi simbolisti, nell'accostamento e nel ritmo
cromatico e nella profondità leonardesca del paesaggio (Leonardo è un
mito per il Fumagalli). Numerosi i riferimenti simbolici, da quello
biblico del serpente del male, condannato da Dio a strisciare ma sempre
presente nella storia dell'uomo, al pavone, simbolo dell'immortalità,
che abbandona la coppia peccatrice e si ripara dietro l'arcangelo; dal
salice sotto il quale si rifugiano Adamo ed Eva che rimanda all'esilio
babilonese ai rovi che delimitano lo spazio nel quale rimangono
confinati Adamo ed Eva mentre le rose fioriscono solo nell'Eden, dove è
la dimora del Padre, sopra ogni turbamento. La tecnica è quella
consolidata dell'affresco e del successivo passaggio a tempera. Sul
finestrone centrale era dipinta l'Immacolata nell'atto di schiacciare la
testa del serpente; l'immagine, ormai svanita, è stata sostituita con
una nuova vetrata sempre rappresentante l'Immacolata.
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